mercoledì 25 marzo 2015

Giacca smart per aiutare i non vedenti

Ecco un'altra invenzione che sicuramente non riuscirà a sostituire il bastone bianco lungo per la mobilità. Purtroppo, ovviamente. Come per le altre invenzioni menzionate in questo blog, invito a guardare il filmato di presentazione e a commentarlo.
Questa invenzione potrebbe sicuramente essere d'aiuto a persone non vedenti con problemi aggiuntivi, non sicuramente a persone che usano il bastone bianco lungo.
http://www.wired.it/tv/giacca-smart-per-aiutare-i-non-vedenti/

lunedì 22 settembre 2014

Tactile Angels (braccialetti elettronici per non vedenti) della Siena Robotics and System Lab



Ecco un’altra invenzione a favore dei non vedenti. In rete si possono trovare tante informazioni: interviste e video. Il link al video che cito nel testo è: http://www.youtube.com/watch?v=IRSF9cLMbqU&list=PL011E0A9D9382C21F
Ben vengano persone che dedicano il loro tempo per migliorare la qualità di vita di tutti noi, ma…bisogna essere obiettivi e criticare ciò che non ci sembra funzionale. Solo con le critiche le cose si possono migliorare; frase ripetuta allo sfinimento! Spero quindi che gli inventori, i ricercatori e utilizzatori del dispositivo in questione non se la prendano se esprimo le mie opinioni di perplessità in merito.
Come dice bene il Prof. Prattichizzo, i non vedenti non gradiscono dispositivi auricolari, in quanto l’udito è per loro il senso privilegiato per gli spostamenti. Ecco allora che l’invenzione sposta le informazioni da dare al non vedente su due braccialetti. Questi ultimi, vibrando, inviano informazioni tattili che interpretate significano:  gira a destra, gira a sinistra, vai dritto. L’informazione viene trasmessa da un “angelo”, ovvero una persona che si interfaccia con l’utente non vedente da una postazione a sua scelta: casa, ufficio, ecc. L’utente indossa un paio di occhiali con telecamera e l’”angelo” vede sul proprio computer gli spostamenti in modo da poterlo guidare.
Se a prima vista può sembrare geniale, l’invenzione pecca su molti fronti:
1)     Una persona che si muove per strada con un bastone bianco è sicuramente una persona che gode di una certa autonomia e abilità nei propri spostamenti. Se così non fosse i braccialetti e l’”angelo” non basterebbero a far sì che la persona si sposti in maniera sicura ed efficiente.
2)     Se si sta lavorando per migliorare la qualità di vita dei non vedenti, perché costringerli ad avere bisogno di qualcuno che li guida da lontano? Per comodità? Per far sentire l’utente indipendente e non a braccetto di qualcuno? Peccato però che l’utente debba indossare un paio di occhiali con telecamera e due braccialetti ai polsi. Quindi deve mantenere la testa in una certa posizione (altrimenti cosa riprende la telecamera?). Deve inoltre prestare attenzione alle informazioni provenienti dai due braccialetti, da aggiungere al prestare attenzione alle informazioni del bastone bianco che usa, e poi cosa ancora? Nel video però si dice che la persona che ha provato il dispositivo si è sentito “libero” (in quanto solo) e “sicuro” (in quanto sapeva che qualcuno lo guidava e osservava, ovvero l’”angelo”). Se la persona in questione si è trovata bene non ho nulla da obiettare, peccato che quando si parla di questi dispositivi non ci sia mai un non vedente che faccia una critica in difetto. Sempre tutto bene. Mi sorgono molti dubbi in merito. Dubbi che ho già espresso in altre occasioni per altri dispositivi. Penso che l’utente si possa sentire “inadeguato” se il dispositivo di turno non fa per lui. Io traduco con: non è il dispositivo che non funziona, ma sono io che lo sto provando che non “funziono”. Bisogna riflettere su questo!!!!!
3)     Cosa si intende per migliorare la qualità di vita? Cosa si intende per autonomia e indipendenza? La qualità di vita può migliorare se le città saranno progettate tenendo conto di tutte le possibili disabilità, rimuovendo le barriere architettoniche fisiche e sensoriali. L’indipendenza è una conquista che ognuno di noi auspica e la otteniamo un po’ per volta, chi più chi meno, spesso con duro lavoro e tanto coraggio, altre volte non la si conquista affatto. L’autonomia è poter scegliere. Scegliere di farsi aiutare significa possedere grande autonomia.
4)     Perché mai una persona non vedente dovrebbe sentirsi indipendente e autonoma indossando certi dispositivi? Solo perché così facendo non ha bisogno di nessuno nelle vicinanze? In questo modo è uguale agli altri e non è costretto ad avere rapporti con gli altri? E i rapporti interpersonali?  Certo se uno è timido e non osa chiedere aiuto forse il dispositivo in questione è ciò che fa per lui. Attenzione però, questo non significa migliorare la propria qualità di vita, ma semplicemente raggirare un problema personale. In questo caso il dispositivo può funzionare, ma le persone che ne trarrebbero vantaggio sono veramente poche, per fortuna.
5)     Siamo sicuri che questi dispositivi servano alle persone che godono di una certa autonomia e abilità nei propri spostamenti?  O invece, non sarebbero un aiuto a coloro che hanno problemi aggiuntivi oltre alla non visione? Forse è così, ma queste persone sono molto poche e quindi bastano pochi dispositivi…
6)     Guardando il video, si vede l’utente che si aggira per la città di Siena con il proprio bastone bianco e indossa il dispositivo. L’”angelo” lo guida alla farmacia, luogo di suo interesse. E una volta in farmacia? Se la persona non ha certe abilità e non è abituata ad avere rapporti interpersonali, come farà a destreggiarsi in farmacia? Sempre con l’”angelo”? Mamma mia……
7)     Che dire invece della ragazza che si aggira nei laboratori guidata dal dispositivo? La ragazza usa il bastone bianco e, senza entrare in contatto con pareti o altro, si dirige guidata dall’”angelo” in una stanza dove tutti applaudono per il fatto che sia arrivata fin lì autonomamente. Questo lascia l’amaro in bocca perché non è così che si conquista l’autonomia e l’indipendenza. Quella ragazza non è brava perché non entra in contatto con l’ambiente e arriva nella stanza dove si deve recare. Sarebbe come girare nel “vuoto”. Come persona io devo sempre sapere dove mi trovo. Esplorare l’ambiente per conoscerlo, sapere dove sono e in che direzione sto andando. Sapere cosa c’è intorno a me. Sono inserita in un ambiente e questo ambiente deve far parte di me come io faccio parte di lui. Il discorso qui sarebbe troppo lungo, ma credo di aver reso l’idea anche se qualcuno può obiettare che ci sono ambienti che non posso sempre esplorare e conoscere a fondo, ma questo è un altro discorso.

Segnalo anche il braccialetto elettronico "Ultrasonic sight" a cui spettano le stesse considerazioni già fatte per il bastone elettronico.
Concludo con il link al sito che curo insieme a un amico. Tutto ciò che troverete lo potete usare a vostro piacimento e soprattutto criticarlo. La mia speranza è che possa servire a dare informazioni utili e ricevere critiche e consigli utili per migliorarlo. Grazie, Vanda Zini (22-09-2014)

domenica 5 gennaio 2014

Dispositivi di sostituzione sensoriale

I Dispositivi di Sostituzione Sensoriale (in inglese SSD Sensory Substitution Device) "non invasivi", a differenza delle neuroprotesi, non intervengono sulla visione ma si avvalgono degli altri canali sensoriali. Quelli progettati per i non vedenti si basano sul principio della cattura dell'informazione visiva da parte di una telecamera. L'informazione viene poi elaborata da sofisticati algoritmi tramite un processore e trasmessa attraverso un'interfaccia audio (cuffie o auricolari) o elettro-tattile (matrici di varia grandezza a seconda della zona del corpo dove devono essere posizionate: lingua, addome, fronte). L'utilizzatore, attraverso un programma formativo, viene  addestrato all'utilizzo del dispositivo e a codificare gli stimoli che riceve per poter interpretare le informazioni ambientali in questa nuova forma e modalità sensoriale (tattile o uditiva). Il concetto generale di questi dispositivi è sfruttare la plasticità cerebrale, la percezione e l'integrazione multisensoriale.
         Il primo lavoro pionieristico in questo senso è stato fatto nel 1970 da Paul Bach-y-Rita. Il suo dispositivo, chiamato Tactil Vision Sensory Substitution System, trasmetteva il segnale a una griglia vibro-tattile montata sullo schienale di una sedia da dentista, il soggetto, sedendosi, appoggiava la schiena alla griglia e muoveva la telecamera montata sul braccio. Nonostante fosse molto ingombrante e non utilizzabile in movimento, il sistema consentì a delle persone cieche di eseguire alcuni compiti e motivò lo sviluppo di altri dispositivi sempre più piccoli e sofisticati. Alcuni di questi dispositivi sono il "vOICe" sviluppato da Meijer P. (1992) che utilizza il suono per imparare a "vedere"; mentre un dispositivo che usa lo stimolo elettro-tattile è il "Tongue Disply Unit" (TDU) sviluppato da Bach-y-Rita, Tyler e Kaczmarek (2003).
         Questi SSD sono ancora usati soprattutto per gli esperimenti scientifici e permettono il riconoscimento di lettere presentate su uno schermo, la localizzazione di oggetti su un tavolo, la rilevazione di particolari contorni o oggetti in un percorso strutturato. Dai racconti, per lo più aneddotici, sembra che la pratica nell'uso di tali dispositivi consenta di identificare le espressioni facciali, leggere parole semplici e navigare nella vita di tutti i giorni. Questi risultati devono però attendere conferme dalla ricerca formale. Infatti, gli aspetti negativi riguardano la loro commercializzazione da parte di privati che attraverso una propaganda pseudoscientifica esaltano ed esagerano le potenzialità di questi dispositivi alimentando false speranze nell'utenza.
Nel complesso questi dispositivi attualmente rappresentano ancora una grande sfida, sia per i ricercatori sia per le persone non vedenti che li utilizzano (Striem-Amit, Bubic e Amedi, 2012; cit. in Murray e Wallace, 2012; ch. 21).

domenica 29 dicembre 2013

Articolo interessante di Massimo Fini

Siamo sicuri di essere superiori all'Iran?

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Nella conferenza stampa di fine anno un giornalista d'area radicale ha chiesto al presidente del Consiglio se l'Italia non fosse troppo morbida con l'Iran. Letta ha risposto in diplomatichese ma una cosa interessante l'ha detta: “L'Italia puo' essere un buon mediatore con l'Iran perchè entrambi veniamo da grandi culture millenarie e possiamo quindi intenderci”. L'Iran è infatti l'antica Persia. E le vestigia di questa cultura si possono trovare nella plurimillenaria città di Isfahan o a Qom (non a Teheran che, come Tel Aviv, è di costruzione recente). Ma a parte questo, eppero' in sua stretta correlazione, gli iraniani, almeno a partire da un certo livello sociale, sono delle persone colte che non si limitano a sapere a memoria i versetti del Corano. Me ne resi conto quando stavo da quelle parti: la piccola borghesia di Teheran non solo conosceva i nostri maggiori (Dante, Petrarca, Boccaccio) ma in quel periodo (siamo negli anni '80, in pieno khomeinismo) leggeva Moravia e Calvino. Noi della loro cultura letteraria conosciamo, quando va bene, solo Omar Khayyam. E' questa supponenza della 'cultura superiore' (che Letta, gli va dato atto, ha dimostrato di non avere) che infastidisce, soprattutto nel momento in cui questa cultura dovrebbe fare un po' i conti con se stessa e con la lunga striscia di sangue e di violenze, militari, politiche, economiche, che ha alle spalle e non solo alle spalle. Io non riesco a capire su quali basi giuridiche e morali capi di Stato (Obama, Hollande, Cameron) che sono seduti su giganteschi arsenali atomici si possano permettere di impedire all'Iran di farsi il nucleare civile perchè da qui potrebbe, in teoria, arrivare all'Atomica (passare dal 20% di arricchimento dell'uranio, che è quanto serve per il nucleare ad usi civili e medici, al 90% della Bomba è cosa che richiede anni). L'Iran, si dice, fa parte dell' 'asse del Male'. E perchè mai? L'Iran khomeinista non ha mai aggredito nessuno, semmai è stato aggredito, dall'Iraq di Saddam Hussein che gli occidentali hanno sostenuto finchè gli faceva comodo, scippando a Teheran una vittoria che si era legittimamente conquistata sul campo di battaglia. L'Iran, si dice ancora, fomenta il terrorismo internazionale. Non se ne ha alcuna prova. Mentre è certo che il Mossad ha assassinato, in Iran, quattro scienziati che si stavano occupando del nucleare (immaginiamoci cosa sarebbe successo a parti invertite). L'Iran è una Teocrazia. Embè? Non tutti i Paesi sono obbligati a essere delle Democrazie. In ogni caso la teocrazia se non è una democrazia non è nemmeno il governo di un solo uomo, è un regime molto più articolato che non puo' essere messo sullo stesso piano delle dittature dei Somoza, dei Pinochet, dello stesso Saddam che l'Occidente, americani in testa, ha vergognosamente sostenuto e a volte imposto (vero mr. Kissinger?).
L'Iran, a differenza di Israele, ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare, ha accettato le ispezioni dell'Aiea e, nelle trattative in corso, si dimostra disponibile a subirne altre ancora più intrusive e capillari, purchè sia salvaguardato il suo elementare e sacrosanto diritto a farsi il nucleare per usi civili.
Cosa vogliamo ancora? Forse se la smettessimo di considerarci il Bene anche il Male sarebbe meno aggressivo e diffidente nei nostri confronti.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2013

lunedì 10 giugno 2013

Auxdeco non risponde!

Purtroppo è triste constatare di non aver  ricevuto nessuna risposta in merito al dispositivo Auxdeco. Avevo chiesto di poterlo testare personalmente e con una persona non vedente, in quanto abbiamo le competenze per poterlo fare. Avevo anche chiesto informazioni sulla formazione degli istruttori, i quali hanno abilità sorprendenti. Le risposte non arrivano: come volevasi dimostrare.
Continuano invece le dimostrazioni. La mia speranza è che la gente si faccia venire dubbi e cerchi risposte che devono per forza essere documentate da dati sperimentali.
A causa di altri impegni non riesco a seguire la questione in modo più assiduo. Invito a mandarmi i vostri commenti, impressioni e tutto ciò che riguarda questo dispositivo. Invito  le persone selezionate per entrare a far parte di "gruppi sperimentali" al fine di testare un qualsiasi  dispositivo che promette di essere d'aiuto, a  prestare molta attenzione a ciò che viene proposto:  questionari; condizioni da sottoscrivere per rientrare nel gruppo sperimentale; libertà di esprimere un parere sfavorevole senza che ciò possa ricadere sulle proprie abilità; eventuali impegni dimostrativi a fini pubblicitari; ecc. 
Grazie, V.Z.
P.S. nel blog ci sono altri post sull'argomento. 

lunedì 25 febbraio 2013

"ASSOCIAZIONI"

 A volte l'associazione o le associazioni di cui facciamo parte e nelle quali crediamo ci comunicano cose "strane".
L'elenco delle stranezze è lungo, ma una richiesta alla quale proprio non posso aderire è "l'obbligo di comunicare all'associazione i propri incarichi lavorativi". Una richiesta del genere non l'approvo e non la capisco. Non chiedo spiegazioni perché è una regola "stabilita", quindi se non si è d'accordo, è ovvio che si può liberamente decidere di non far parte dell'associazione. Bene, da oggi non ne farò più parte.

lunedì 28 gennaio 2013

Nuove informazioni sul dispositivo AuxDeco

Inserisco lettere di discussione sul dispositivo. Le stesse si possono trovare cliccando sui commenti relativi a tale discussione.


22-01-2013
Gent.ma Signora Zini,
probabilmente le uniche persone a cui non ha pensato di scrivere (e mi chiedo come mai, visto che eravamo le dirette interessate e lei, di certo, sapeva benissimo come rintracciarci – se solo avesse voluto, ovviamente…) siamo noi della EyePlusPlus Europe Ltd, titolari della licenza di commercializzazione Europea del dispositivo AuxDeco (in partnership con la Advanced Medical Services Srl), su cui lei così smisuratamente si sta accanendo.
Non ha creduto ad una sola parola dell’esperienza Giapponese della formatrice, non ha creduto che fosse stata capace di muoversi agilmente per le strade, bendata e con il solo aiuto di AuxDeco e del bastone bianco. Mi chiedo, gentile Signora Zini, era forse lì con lei in Giappone per esserne così ostinatamente convinta? Crede, forse, che la formatrice e lo staff presente quel giorno a Padova, siano venuti a prendere in giro una platea di non vedenti, ipovedenti e medici di vario titolo, solo perché lei ha, evidentemente, avuto brutte esperienze con altri dispositivi o altre Aziende? Sarebbe poco intelligente da parte sua fare di tutta l’erba un fascio, e mantenere un atteggiamento prevenuto solo sulla base di passate esperienze personali…ma, ad ogni modo, questo non è un problema nostro.
D’altronde ha assistito lei stessa alle dimostrazioni del formatore bendato, come ha assistito anche alle prove dei non vedenti…ha visto da lei come riuscivano a muoversi, senza travolgere nessuno né tantomeno andare a sbattere contro sedie o muri. Se è vero che avrebbe voluto intervenire, mi chiedo perché non lo ha fatto…non c’era contesto migliore di quello per farlo. Avrebbe potuto chiederci qualsiasi cosa, come in parte ha anche fatto, avrebbe potuto chiederci di provare il dispositivo, avrebbe potuto sollevare gli stessi dubbi che ha sollevato con la sua lettera, o quantomeno indirizzarla anche a noi (senza lasciare che la scoprissimo, per caso, sul web).
Ritiene che non ci sia uno studio scientifico o un protocollo alla base di tutto? Si sbaglia, evidentemente non era presente, o forse poco attenta, nel momento in cui una formatrice ha presentato le basi dello studio sul quale si sta lavorando e che sarà concluso a breve termine.
E’ fermamente convinta che la sala congressi non fosse al completo per via dello scarso interesse dei non vedenti invitati? Si sbaglia anche qui: il Centro di Ipovisione di Padova, nella persona del Dott Sato, con la partecipazione del Dott Galan, Direttore del Centro Oculistico San Paolo, ha organizzato il Congresso appositamente per noi, richiedendoci espressamente dimostrazioni con i loro pazienti. La nevicata della notte non ha permesso a gran parte di loro di raggiungerci; inoltre il pulmino della UIC di Padova ha avuto un gusto al motore e non ha permesso agli altri non vedenti di essere presenti in sala (cosa che lei, Signora Zini, può facilmente verificare) e la informo, inoltre, che il pomeriggio del giorno precedente, presso il centro del Dott Sato, altri non vedenti hanno provato AuxDeco, con lo stesso entusiasmo e successo di quelli che lo hanno provato in sala congressi. E, inoltre, il parere positivo dei non vedenti presenti che hanno provato AuxDeco, nonché quello dei medici a vario titolo presenti, per noi conta più di qualsiasi altra parola detta solo per scoraggiare.
La nostra Azienda non si è mai tirata indietro davanti a domande, richieste di dimostrazioni, richieste di prova del dispositivo o altro. Per cui se lei, gentile Signora Zini, volesse venire a provare il dispositivo, per tutto il tempo che le occorre, oppure volesse venire ad informarsi sul background dei formatori (cosa che ho capito la incuriosisce parecchio) sarebbe la benvenuta; ma non le è consentito in nessun modo di danneggiare l’immagine della nostra azienda o dei nostri formatori, che mettono impegno ed entusiasmo per un obiettivo sociale così alto, com’é quello di provare a migliorare la vita dei non vedenti ed ipovedenti.

La saluto cordialmente.
Bruno Falasca, Pres. AMS
Mauro Gagliardi, Pres. EyePlusPlus
22-01-2013
Buongiorno,
credo di non danneggiare nessuno esprimendo un parere personale. Ho mandato la lettera anche a voi, alla sezione UIC Molise e al presidente regionale.
Le ribadisco di non credere assolutamente a quanto detto in merito al dispositivo. L'ho detto anche nell'incontro. Penso che opportunamente messo a punto, potrebbe facilitare persone con problemi aggiunti, non certo coloro cha hanno acquisito buone abilità nell'orientamento e mobilità, anzi in questi casi, così come è adesso, sarebbe solo un intralcio.
Devo comunque rendere conto alle persone con cui lavoro di ciò che penso e lasciare poi che ognuno, giustamente, la pensi come vuole. Fa parte del mio lavoro.
Penso che la critica debba essere accettata perché è solo con la critica che le cose si possono migliorare. Se quello che ho detto non è supportato dai vostri dati, non resta che smentire chi non la pensa come voi. Non ci trovo niente di male e soprattutto non penso che le critiche che ho fatto danneggino la vostra immagine. Questo proprio no. Ci sono molte persone che provano una macchina e scrivono critiche di ogni genere e mai nessuna casa automobilistica si è sognata di dire che le critiche danneggiano la loro immagine, E questo vale per tantissimi altri prodotti. Se una cosa funziona o non funziona, è poi il mercato che fa la differenza.
Ho chiesto di poter provare il dispositivo al dott. Sato. Attendo una sua risposta.
Distinti saluti,
Vanda Zini
Buongiorno,
aggiungo altri commenti alla sua lettera.
Il fatto che ribadisca che i vostri formatori siano stati in grado di affrontare le strade di Tokio (con addestramento di 10 giorni e senza mai essersi bendati prima) grazie al dispositivo, solleva da parte mia dubbi più che leciti.
Se così fosse, o i vostri formatori hanno abilità eccezionali o il dispositivo in questione consente di raggiungerle, tra l'altro anche in breve tempo. E' per questo che sono molto interessata a sapere la formazione pregressa dei formatori e a provare il dispositivo. Le mie non sono curiosità personali, ma professionali.
Mi perdoni ma niente di tutto questo mi sembra possibile. L'orientamento e mobilità si basano sull'integrazione sensoriale a vari livelli. e tanto tanto altro. Il duro lavoro che una persona non vedente (congenita o tardiva) deve svolgere per la conquista di tali abilità è molto lungo e faticoso. La mia non è una presa di posizione contro i dispositivi elettronici. Esiste un altro dispositivo simile al vostro, il Vision, nato con scopi diversi nei laboratori Enea e proposto anche per persone non vedenti come "possibile" aiuto. Sottolineo "possibile". Attualmente trova applicazione nella robotica in vari settori. Quindi ben venga la ricerca e gli sforzi di chi si dedica ad essa.
Ho visto come si muoveva il formatore bendato durante l'incontro. Il suo modo di muoversi non era per niente funzionale su vari fronti: postura, movimenti del capo, uso del bastone non funzionale, e tanto altro. Non ha agito da solo ma su continue indicazioni dell'altra formatrice. Durante la presentazione non ho ritenuto opportuno intavolare una discussione perché non mi sembrava la sede adatta, al contrario di come invece ha giudicato lei. Nella lettera dice che le mie critiche danneggiano l'immagine della sua azienda e dei suoi formatori. Non capisco come mai mi attribuisca tutto questo potere. Dire di non credere a una sola parola di quanto detto non significa altro che questo. Non ci sono accuse di nessun tipo. Continuerò a seguire la vicenda esprimendo il mio parere. Siamo in un paese libero, per fortuna e le opinioni personali supportate dall'esperienza nel proprio lavoro, non hanno mai danneggiato nessuno; anzi, al contrario, sollevano la discussione che non può che essere costruttiva; per questo attendo di essere smentita il prima possibile, sarebbe una vera conquista per chi ha disabilità visiva.
Le chiedo di poter avere in comodato d'uso il dispositivo per un certo periodo di tempo, per poterlo provare personalmente e con una persona non vedente molto abile nell'orientamento e mobilità. Ho/abbiamo le competenze per poterlo testare.
Attendo una sua risposta in merito.
Distinti saluti,
Vanda Zini
P.S. la sua lettera, visto che l'argomento interessa molta gente, sarà pubblicata nel sito sotto la voce OPINIONI, così come le mie risposte.
23-012013
Buongiorno,
un ulteriore commento alla sua lettera.
Per onor di cronaca, In merito alla posizione del Dott. Galan, devo dire che si è presentato alla conferenza dichiarando la sua posizione di "OSSERVATORE". Non ha espresso alcun parere in merito al dispositivo.
In merito alla posizione del Dott. Sato, vale lo stesso. Anzi, quando il Dott. Sato mi ha invitato ad esprimere il mio parere in merito, gli ho detto come la pensavo e, nonostante ciò mi ha chiesto di intervenire.
Distinti saluti,
Vanda Zini

sabato 22 dicembre 2012

Punti di vista



Aggiorno chi mi legge che in internet cominciano a comparire articoli curiosi: per esempio, che alla presentazione del dispositivo AuxDeco tenutasi a Padova erano presenti numerose persone. Non ho contato i partecipanti, ma eravamo in tutto circa una cinquantina, forse meno.

Onestà/etica professionale



Mi sento profondamente in colpa per non essere intervenuta nella presentazione del dispositivo AuxDeco tenutasi a Padova come avrei eticamente e professionalmente dovuto. Per fortuna ai propri sbagli si può (quasi sempre) porre rimedio. Spero accettiate le mie scuse.