martedì 20 settembre 2011

Cene al buio

Negli ultimi anni si è assistito a un proliferare delle cosiddette “cene al buio”.
Per cena al buio si intende una cena fatta in un locale, ristorante ma anche altro luogo, dove la stessa viene consumata in ambiente schermato alla luce, ovvero al buio totale. Viene anche dato risalto al fatto che le persone addette al servizio al tavolo sono persone non vedenti.
Lo scopo che gli organizzatori si prefiggono è far conoscere il “mondo” dei non vedenti facendo provare come in assenza della vista si possano scoprire nuove sensazioni alle quali chi vede normalmente non dà particolare importanza o non se ne rende conto.
A prima vista sembrano iniziative molto interessanti, ma se analizzate in profondità peccano su molti fronti e quindi sono vari i punti su cui discutere.
In primo luogo chi non vede non è al “buio”. Chi non vede quando mangia è visto dagli altri; è chi non vede che non può vedere gli altri.  Per esempio, chi ha da poco perso la vista riferisce che non se la sente più di andare al ristorante con il compagno/a o gli amici di sempre, perché non si sente più “all’altezza” di fare ciò che faceva prima, ha paura di fare brutta figura, di sporcarsi, ecc. Molte persone al bar hanno cambiato abitudine nel bere un caffè, bevendolo amaro per paura di non essere in grado di versare lo zucchero nella tazzina. Ciò è anche sentito in maniera più forte dalle donne rispetto agli uomini (anche se non è la regola) forse  perché una donna è più imbarazzata se si sporca o se non riesce a tagliare un boccone di dimensioni adeguate da portare alla bocca, ecc. Se tutti fossimo al buio e nessuno vedesse niente di quello che facciamo, probabilmente non vi sarebbe tutto questo imbarazzo, sensazioni olfattive e gustative a parte. Queste vengono in un secondo tempo. Prima di tutto, quando si è in compagnia si pensa ad essere persone adeguate alla situazione, come tutti del resto. Se siamo destimani e ci rompiamo la mano destra, saremo imbarazzati ad andare al ristorante e dover fare tutto con la mano sinistra e viceversa! Solo dopo qualche tempo, quando ci siamo allenati un po’, ci sentiamo più adeguati!
Un altro punto che dovrebbe far discutere è il rilievo che viene dato al personale non vedente che serve al tavolo. Quasi a voler dar risalto sulla bravura del non vedente nel servire e destreggiarsi tra i tavoli. Non mi sembra sia una cosa sulla quale dare risalto, ma piuttosto un problema di disinformazione su ciò che le persone non vedenti sono in grado di fare. Le persone non vedenti fanno questo ed altro. Alcune non fanno né questo né altro. Esattamente come tutti.  Forse il problema è che i ristoranti non prenderebbero mai una persona non vedente come cameriere, per pregiudizio nei suoi confronti. Allora si potrebbe far qualcosa in questo senso, ovvero informare che le persone non vedenti che hanno acquisito buone abilità, sono in grado di svolgere molti lavori, compreso quello di cameriere e non solo il lavoro di centralinista o massaggiatore: lavori che occupano nella maggior parte dei casi. Ma è questo il modo giusto per farlo notare e fare informazione?
Se lo scopo delle cene al buio è far conoscere meglio il mondo dei non vedenti, questo è il modo peggiore per far capire quali siano i loro reali problemi. Ecco allora che si sposta il tutto sui sensi: sul gusto e sull’olfatto. Si vuole far credere che chi non vede ha questi sensi più sviluppati (cosa non vera!) e che quando mangia trae dal cibo sensazioni che chi vede non ha. Niente di tutto questo mi sembra confermi quello che succede realmente. Quando siamo di fretta e mangiamo il cosiddetto “boccone” certo non ci preoccupiamo molto del fatto che il panino sia particolarmente squisito e profumato. Al contrario quando decidiamo di fare una cenetta come si deve o di andare a cena da amici o in un ristorante, oltre al piacere di stare insieme ci interessiamo maggiormente della qualità del cibo che, oltre ad appagare il nostro gusto e olfatto, deve anche appagare la nostra vista. La vista, appunto, aspetto su cui chi non vede non può contare e deve farsi descrivere come si presentano i cibi. E’ esperienza comune che quando vogliamo assaporare meglio un cibo tendiamo a chiudere gli occhi per concentrarci solamente su quello che abbiamo in bocca. Il metodo per gustare o assaporare meglio qualcosa sappiamo tutti come farlo se abbiamo voglia e tempo per farlo e non è certamente mangiando al buio che “scopriamo” qualcosa di nuovo!
Le cene al buio sono molto di moda e come tutte le mode spero facciano presto il loro tempo (business permettendo!)

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